Prefazione al libro “Frattali di conoscenza” di Pierluigi Assogna
Il libro è acquistabile presso il sito www.iter.it
Michele Missikoff
Coordinatore - LEKS, Laboratorio di Sistemi e Conoscenza d'Impresa, IASI-CNR
Prima della Rivoluzione Industriale, se un possidente terriero, nel fare uno scavo per un pozzo, fosse incappato in una sostanza liquida, nera, maleodorante, che sgorgava dal terreno, si sarebbe sentito colpito dalla sfortuna, e avrebbe subito nascosto la cosa, perché ben sapeva che quel ritrovamento avrebbe deprezzato il valore del terreno. In sostanza, trovare il petrolio, del quale non si sapeva bene cosa farsene (a parte l’uso marginale per illuminazione) era considerata una iattura. Ma poi cambiò tutto. L’avvento della rivoluzione industriale cambiò l’organizzazione sociale e produttiva del mondo, e ne cambiò in modo drammatico il fabbisogno energetico. Il petrolio venne chiamato “oro nero”.
Nel Secondo Dopoguerra, l’evoluzione tecnologica ha impresso un’accelerazione alla produzione dei servizi che ben presto hanno superato (in valore) la produzione di beni: entravamo nell’Era del post-industriale (o postmoderno, con un’accezione più ampia). Ma le profonde trasformazione del sistema produttivo non si sono fermate lì. La realtà sociale e produttiva si è andata progressivamente arricchendo (qualcuno dice: complicando) e, per potere operare in modo efficace in questo nuovo scenario, le imprese hanno progressivamente scoperto un nuovo elemento alla base del successo: la Conoscenza. In breve, la Società post-industriale sta rapidamente evolvendo nello stadio successivo: la Società della Conoscenza. Non è un caso che il Consiglio d’Europa tenutosi a Lisbona nell’anno 2000 ha decretato che uno degli obiettivi qualificanti dell’Unione Europea per il primo decennio del 2000 è quello di fare dell’Europa la prima economia mondiale basata sulla conoscenza.
Dunque, dopo che l’Uomo era stato abituato per secoli a identificare l’attività commerciale con lo scambio di beni materiali, e la ricchezza dell’individuo con il possesso di tali beni (la “roba” di verghiana memoria), nel giro di pochi decenni, l’avvento dell’economia della Conoscenza sta rapidamente cambiando il contesto nel quale operiamo, i fondamentali dell’economia d’impresa e, di conseguenza, della Società nel suo complesso. Viene spesso detto che in questo nuovo modello di sviluppo, la Conoscenza sta prendendo il posto che è stato del petrolio nell’Era Industriale: chi ne possiede in abbondanza ha l’opportunità di acquisire un ruolo rilevante nella società, di incrementare il proprio patrimonio e (forse) di viver meglio. Ma la Conoscenza, contrariamente al latifondo prima, al petrolio e alla fabbrica poi, ha una natura che tuttora sfugge ad una completa comprensione, e comunque appare intrinsecamente diversa dai beni, ma anche dai servizi, che sono ancora oggi alla base del nostro modello di sviluppo.
Un saggio diceva: “se tu hai una mela ad io ho una mela, quando io do a te la mia mela e tu a me la tua, alla fine rimaniamo con una mela ciascuno. Se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce le scambiamo, alla fine abbiamo due idee ciascuno”. Quindi tutto facile? In realtà no. La Conoscenza è ancora una entità (immateriale) che non conosciamo, e quindi non governiamo, appieno. Essa assume forme molteplici, nasce dove meno te lo aspetti, la si può trovare in luoghi ovvi o nascosta in contesti improbabili. Ci sono certamente luoghi, situazioni, “supporti” ovvi dove la conoscenza è archiviata, organizzata, e resa ampiamente disponibile. Un’enciclopedia, un manuale, un libro di testo, un documentario, un software educativo sono contenitori di conoscenza ampiamente e (in genere) facilmente fruibili. Ma la conoscenza può anche scaturire da un viaggio, dall’osservazione di fiore, da una conversazione con un pescatore, incontrato casualmente in una baia remota. E ovviamente c’è Internet, Wikipedia, Wordnet, e tutti i repository, ma anche i forum e le chat, che proliferano sulla rete delle reti.
Dunque, scrivere un libro sulla Conoscenza è come scrivere un libro sull’Umanità. Un’impresa impressionante. Forse il modo più ovvio (anche banale) sarebbe affrontare il problema lungo un’asse storico-temporale. Questo libro evita l’ovvio, e pertanto non solo affronta lo sconfinato tema della Conoscenza tenendosi lontano da un approccio storicista, ma ancor più, l’Autore evita un approccio definito, una singola chiave di lettura, che rischierebbe, per quanto elaborata, di non cogliere la ricchezza del tema affrontato. In fatti, tale ricchezza non la si coglie aumentando gli approfondimenti, che per motivi di spazio sarebbero parziali, ma girando lo sguardo in tondo, “visitando” le innumerevoli prospettive, i cento approcci, ciascuno capace di cogliere un aspetto, anche se solo accennato. Quindi ampi spazi, terreni vasti e affascinanti (ma spesso impervi), sui quali l’Autore riesce con competenza (ma anche umiltà, che nasce dalla consapevolezza) a tracciare alcuni itinerari, a organizzare un “viaggio” (come l’Autore stesso lo definisce) attraverso la Conoscenza, lungo diversi percorsi, talvolta paralleli, talvolta intersecantesi. In questa lettura, ad ogni pagina si aprono scenari e appena ci sembra di riconoscere qualcosa di familiare ecco emergere una prospettiva inattesa che getta una luce nuova: è la varietà del territorio che impone uno stile necessariamente “caotico” nel procedere, perché tale è la materia che viene affrontata. Ridurre il caos a linearità ed ordine vuol dire snaturarne l’impianto, vuol dire ridurre un campo di girasoli di Van Ghog ad una cartolina, o l’Ulisse di Joyce ad una soap opera.
Il lettore che si avvicina a questo testo cercando risposte certe potrebbe trovarsi, alla fine, deluso. Perché questo libro non intende dare risposte, svelare verità inedite. Al contrario, intende sollecitare il lettore a porsi domande, sempre meno ovvie, sempre più impervie. Ma non è il testo a porre quesiti, questi nascono, sono stimolati dal viaggio che conduce il lettore attraverso dimensioni diverse, che vanno dalla filosofia alla fisiologia umana, toccando teorie emergenti, come quelle della memetica, ma anche temi più classici, come l’organizzazione aziendale e le nuove applicazioni di eBusiness. Pagina dopo pagina, l’Autore ci consente di comprendere qualcosa di più, di cogliere aspetti di base, possibili applicazioni, metodi e teorie che hanno come oggetto la Conoscenza.
In questo viaggio l’uomo è sempre al centro, ma ecco delinearsi il ruolo chiave del computer, del sistema software, della tecnologia che, come in tutte le rivoluzioni che hanno impresso una svolta epocale allo sviluppo sociale e produttivo, anche nella Società della Conoscenza è destinata a giocare un ruolo centrale. Nell’equazione “Sistema complesso / Conoscenza / Evoluzione” che rappresenta l’assunto alla base di questo testo, la relazione tra gli umani e la macchina della rivoluzione post-moderna emerge come uno dei cardini dello sviluppo della Società della Conoscenza.